giovedì 10 maggio 2018
I SEGRETI DI NONNO NICK
Il libro di Roberto Melchiorre è il racconto dell’esperienza vissuta da Nicola. Nicola ha lavorato per anni nella miniera di Marcinelle. Il giorno della tragedia, l’8 agosto 1956, lui non era sul posto di lavoro perché malato. Dalla baracca dove viveva assistette impotente al dramma che si stava consumando: fumo, persone disperate, l’arrivo dei soccorsi. Il racconto è un lungo flash back; lui adesso vive negli stati uniti e ha due nipoti: Mark di 15 anni e Sofia di 13 anni.
Nonno Nick vive insieme alla famiglia di suo figlio in una villa. Lui ha una stanza tutta per sé dove non fa entrare mai nessuno. Quella stanza contiene i ricordi della vita precedente di Nicola; c’è una cassa dove sono riposti il piccone, una gabbia per uccelli. Oggetti della sua vita di minatore. Mark era curioso di scoprire che cosa contenesse la stanza del nonno. Allora, decise di rivolgersi a Tommy, un suo amico che sapeva aprire ogni serratura. Mark e Tommy aprirono la stanza di nonno Nick e trovarono la cassa e delle fotografie che ritraevano il nonno insieme alla moglie defunta. Nicola si accorse di quello che era accaduto e si arrabbiò, ma poi decise di raccontare loro la sua storia. I ragazzi furono sconvolti dal racconto delle condizioni in cui il nonno e i suoi compagni vivevano e lavoravano. Allora tutta la famiglia decise di accompagnare il nonno in Belgio sui luoghi che tanto avevano segnato la sua giovinezza. Il libro mi ha commosso per varie ragioni: mio nonno Tonino, che ormai non c’è più, da giovane era stato anche lui un minatore e io ero abituato a sentirlo raccontare la sua esperienza; l’altra ragione è che mio nonno viveva a Lettomanoppello e alcune delle vittime della tragedia di Marcinelle provenivano proprio da lì. Inoltre, alcune estati fa ho assistito alla commemorazione delle vittime di Marcinelle sulla piazza di Manoppello, intitolata proprio a loro. Manoppello è stato il paese con il maggior numero di vittime abruzzesi. Edoardo
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